Cooperazione allo Sviluppo
Il Contesto internazionale della Cooperazione
Gli obiettivi generali della Cooperazione Italiana allo Sviluppo ed i principi guida a cui essa si ispira sono quelli fissati anche nel quadro di accordi e decisioni assunte a livello internazionale e comunitario.
La Dichiarazione del Millennio, approvata nel 2000 da 186 Capi di Stato e di Governo nel corso della Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, stabilisce l’obiettivo centrale del dimezzamento della povertà assoluta entro il 2015.
Tale obiettivo si articola in otto finalità, i Millennium Goals, alle quali deve essere improntata l’azione di cooperazione a livello internazionale: lotta alla povertà e alla fame; educazione di base universale; eliminazione delle disparità tra i sessi; riduzione della mortalità infantile; miglioramento della salute materna; lotta contro l’Aids e le altre malattie infettive; protezione dell’ambiente; creazione di un partenariato globale per lo sviluppo.
Le Priorità della Cooperazione Italiana allo Sviluppo
Nello svolgimento delle sue attività, la Cooperazione Italiana segue un approccio ispirato a:
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condivisione dei principi di “good governance” (in sintesi, rispetto dei diritti umani, Stato di diritto e trasparenza amministrativa)
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coerenza tra le varie politiche connesse allo sviluppo: regole commerciali e piena apertura dei mercati a beneficio dei PVS (sulla scia dell’iniziativa adottata dall’UE per i Pma “Everything but Arms”)
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sostenibilità del debito
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flussi pubblici di aiuto
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promozione degli investimenti diretti esteri
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coordinamento tra soggetti donatori nazionali e multilaterali, per evitare scelte contraddittorie nella allocazione delle risorse
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complementarietà tra le attività di sostegno sanitario, di educazione e formazione delle risorse umane, di assistenza alimentare, di sviluppo rurale e delle Piccole e Medie Imprese (PMI) e delle infrastrutture, di tutela del patrimonio culturale
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collaborazione tra sistemi-paese tramite, in particolare, le ONG (Cooperazione orizzontale), gli enti locali (Cooperazione decentrata), le imprese (multinazionali ma innanzitutto le PMI), le istituzioni universitarie (Cooperazione interuniversitaria), per trasferire know-how nei PVS e per portare sul terreno risorse umane preziose ai fini della formazione in loco e della “good-governance”
Gli interventi sono disciplinati dalla Legge Regionale n. 29 del 29 Agosto 2005.